Ingegnere artistico che dipinge opere provocatorie per svegliare gli animi e realizza sculture tessili recuperando cime nautiche
Emanuela Giacco è un ingegnere di origine Abruzzese. Ma dipinge, realizza sculture tessili e vive in Sardegna, un mix strano tutto da scoprire.
Siamo andati a trovarla nel suo laboratorio artistico a Golfo Aranci dove ci ha raccontato la sua storia.
"Mostro la mia propensione all’arte pittorica fin da bambina. Nei salotti di un mio zio antiquario venivo rapita dalle opere per ore, mantengo vivido nel mio cuore questo pensiero, piccola piccola mi rivedo lì, immobile, rapita dalle grandiose tele del 600, in piedi, di fronte al suo rosso salotto Luigi XIV. "
Ma la sua creatività si incontra e si scontra con la parallela formazione scientifica.
Laureta infatti in Ingegneria, inizia un percorso di artista-ingegnere che la porta presto ad un bivio. Il trasferimento a Roma, nel 2012, segna un grande cambiamento, la continua lotta tra sogno e logica la induce a condurre una vita energica, segnata da una costante metamorfosi, rafforzata dall’incontro con il presidente della Fondazione Giorgio ed Isa De Chirico, il Prof. Paolo Picozza, con il quale, nel dicembre 2016, organizza la sua prima mostra personale, incentrata sul tema delle “Verità Nascoste”. In quella occasione ha la fortuna di conoscere Katherine Robinson che ha recensito le sue opere. Un grande privilegio che la fa decidere di dedicarmi completamente alla sua passione più profonda: l’arte e la pittura.
Nel 2019 torna nel suo paese di origine in occasione di una mostra, dove ha il piacere di collaborare con il maestro Raimondo Tiberio, avvicinandosi così al mondo della scultura.
In piena pandemia si trasferisce in Sardegna, a Golfo Aranci un villaggio di pescatori dove vive tutt’ora. L’energia di questi territori è così vivida da permettere di avvicinarsi a qualcosa di più materico. Decide di dar vita alle figure che dipingeva e all'elemento protagonista delle sue opere: la corda.
Rapita dalla manualità di un pescatore mentre lavorava delle cime nautiche, inizia a realizzare sculture tessili annodando e avvolgendo le cime dandogli così una nuova vita.
Le sue opere sono provocatorie tutte con un messaggio da interpretare e che ci invitano ad aprire una riflessione.
La provocazione per svegliare gli animi.
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Sembra poco ma è molto importante per la crescita di questa iniziativa.
Tutti i video sono realizzarti artigianalmente con iPhone Xs Max e montati con l'applicazione iMovie. Niente di studiato e impostato, tutto è naturale come la filosofia del progetto.
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